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TELEVOTA FUSONI


Elio Fusoni in un raro scatto milanese

Solitamente non amiamo farci trollare dal Ministro degli Interni e nemmeno siamo interessati a cose insignificanti come chi vince o chi perde il festival della canzone italiana purtuttavia siamo soliti dare spazio a tutti i nostri autori e quando ci siamo visti recapitare una missiva dal sig. Elio Fusoni non abbiamo saputo esimerci dal pubblicarla. L'autore si prende tutte le responsabilità di quello che sta dicendo.


Chi scrive non ha visto il Festival di Sanremo, non per spocchia ma perché la musica italiana in genere preferisco scegliermela da solo e la retorica da italietta che sta dietro a certi eventi mondani anni cinquanta la trovo stucchevole e muffa. Cionondimeno stamani la lettura dei giornali mi ha aperto un mondo. Esiste della gente che davvero si sta stracciando le vesti per via della vittoria del giovane rapper milanese, Alessandro Mahmoud. Ovvio che l’unico motivo per cui la gente si incazza è che ha vinto un negro. Un musulmano. Un profugo. Un clandestino. Un marocchino. Ovvio che nessuna di queste affermazioni è vera: il rapper è italiano, non è di colore, non è manco di origini marocchine (se la gente che commenta avesse il minimo di cultura che solitamente si suppone da una scimmia allo zoo saprebbe che Mahmoud non è manco un nome marocchino e, certamente non un cognome… troppo difficile… inutile spiegarlo). Quindi la gente si incazza perché ha vinto un negro. E fin qui tutto bene. La gente di cui parliamo è, ovviamente, un sottoinsieme di poveri ignoranti inebetiti dal social network con la grande “F” (pensateci, una volta era un’altra grande F che vi stregava, forse era meglio), mediamente quarantenni frustrati che non riescono a capire perché la loro vita sia un fallimento da sempre e, non avendo il coraggio di prendere in considerazione un sensato suicidio, se la pigliano con il primo che passa, basta che sia facile dargli addosso e non ci sia molto da capire.

Quello che stupisce sui giornali è che ci sia una certa categoria di “pensatori” (pensatore italiano= S.M. - di colui che si cala le mutande per offrire il proprio didietro al primo che sia disposto a dargli due soldi e un minimo di considerazione ma, nel contempo, fiuta l’aria per capire da che parte si muove il vento), i quali si stracciano le vesti perché la giuria degli esperti e degli invitati non ha seguito il volere del popolo. Il Popolo aveva scelto un altro. Un certo Ultimo che, visto che perdere fa bruciare il culo un po' a tutti (me compreso) si accoda da bravo soldatino e la mette così:


"Faccio questo video perché sto leggendo un sacco di articoli con cattiverie e cazzate. Voglio ringraziare le tante persone che mi stanno inviando messaggi d'affetto, d'amore e di sostegno. Siete tanti, più di quanti pensano loro. La mia incazzatura è molto semplice. Mi chiedo come sia possibile che il Festival di Sanremo dia l'opportunità di televotare da casa, quindi di spendere dei soldi. La gente vota da casa, spendendo dei soldi. Noi siamo riusciti a prendere televoti per il 46,5%, un altro artista arriva al 14%. Questa differenza di oltre il 30% viene completamente ribaltata dal giudizio di giornalisti, gli stessi che quando annunciano sul palco che Il Volo è arrivato terzo esultano come se stessero allo stadio gridando 'pezzi di me***' e che mentre parlo io gridano 'stronzetto, deficiente, vai a casa, imbecille, cog*****".

"Ecco, com'è possibile che questa percentuale di gente che ha votato da casa, che ha speso dei soldi, e la musica la sceglie la gente, venga ribaltata da giornalisti e dagli otto membri della giuria d'onore che con la musica c'entrano poco, per non dire niente - ha proseguito -. Come è possibile? Allora mi viene da pensare che non è il festival scelto dal popolo, ma scelto dai giornalisti. Allora non fate votare la gente, non fate spendere soldi per quattro serate alle persone. Io mi sento in colpa e sono dispiaciuto per le persone che hanno votato da casa. Io vi chiedo scusa in prima persona per questo impegno che non ha dato i suoi frutti. Detto questo, non ne parlerò più e spero di chiudere questa pagina per aprirne altre mille più belle."


Quindi la sovranità del festival appartiene al popolo perché ci mette i soldi. Seguendo questa logica se io mandassi un bonifico di trentamila euro e scegliessi di fare vincere il festival alla truccatrice di Moira Orfei e magari lo facessi due giorni prima del festival (tanto pago e posso fare il cavolo che mi pare), potrei fare risparmiare agli italiani tre giorni di sfondamento di gonadi e diversi soldi del canone (da investire in programmi culturali vari come una retrospettiva di film di Valentina Nappi da dare in fascia prime time). Oppure la sovranità canora appartiene al popolo perché di musica ne capisce. Perché il popolo capisce tutto… d’altra parte se dieci milioni di persone scelgono un politico quelle persone non possono sbagliare, approposito Heil Hitler; se cinque milioni di persone hanno goduto a vedere Lino Banfi sudare in mezzo alle cosce di Edwige Fenech mi pare giusto che oltre ad un posto all’UNESCO si proceda anche a dargli un Leone d’Oro alla carriera. Ovviamente il popolo, che ha sempre ragione, deve anche televotare (a pagamento) il programma scolastico e togliere ‘sti cazzo di "Promessi Sposi" sostituendoli con "Cinquanta Sfumature di Grigio" che alla fine è la stessa cosa: lui ama lei, lei ama lui ma ci sono degli intoppi nel mezzo. Nel primo caso dei complicati rivolgimenti storici che non sto qui a citare nel secondo che Amazon non gli ha ancora consegnato il gatto a nove code nuovo, ma va bene. Visto che tutta questa gente che ha studiato, lavora nel campo, magari conosce anche gli aspetti legati ai trend di mercato non ha mandato l’sms a pagamento ha perso il diritto a esprimere le proprie opinioni.

A questo punto potrei anche pensare di fare una meravigliosa proposta al ministro dell’istruzione. Visto che in giro ci sono tutti questi professori del sud che a parer suo hanno poca voglia di lavorare… nel senso che le scuole gli cadono in testa ma loro non si mettono con malta e cazzuola a riparare i danni durante l’intervallo, potremmo pensare di mettere i prof a ristrutturare i bagni, e i voti agli studenti li decide la classe con il televoto. Il televoto lo facciamo a 0,10 centesimi a messaggino e con quei soldi ci compriamo malta e stucco da dare ai prof. Bella idea… Ah nel frattempo, mentre i vari politici che hanno capito tutto di come si manipolano certi coglioni, si scagliano contro Mahmoud e a favore di Ultimo, noialtri saremmo in recessione, a Roma sono scese 250000 persone in piazza e si calcola che i salari di un giovane neoassunto siano in media di 700 euro al mese.

Però voi televotate… Elio Fusoni numero 01

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