Vesna si sta rollando la terza canna di fila, seduta scompostamente sul divano, i piedi nudi buttati sul bracciolo.
Claudia al suo fianco giace in stato di semi-catalessi, impietrita nei suoi anfibi incollati al parquet, gli occhi fissi sul piccolo schermo dove stanno guardando l’ennesimo film horror delle loro notti.
Stasera è Halloween e il programma prevede una maratona di pellicole, di alcol e di fumo. Nientemeno.
Silvia torna dalla cucina, affronta ancora una volta il lungo corridoio dove le luci verdi brillano a intermittenza, portando con sé tre lattine di birra. Poi continueranno con del vino, in teoria, anche se nessuna di loro lo beve abitualmente. Oppure passeranno direttamente ai superalcolici; come dice lei, ‘la vita è ciclica’ e così facendo porteranno la fine ad assomigliare fortemente a un inizio a base di gin tonic e chiacchiere ancora trattenute dalle maschere. Quelle che qualcuno potrebbe essere già sul punto di togliere.
Nel salotto con camino, un piano sequenza allarga oltre un tavolo non sparecchiato, lasciando intravedere una rampa di scale che porta al buio di un piano ignoto.
Gwen si annoia sul telefono, i lunghi capelli verdi e il pigiama a indicare che lei è l’alternativa del gruppo.
Courtney e Heather, sedute sotto i riflettori di una lampada, discutono del vestito da indossare alla prossima prom night di Natale.
Gwen non ha nemmeno un ragazzo con cui andarci; forse è troppo grassa, forse non le piacciono i maschi; in ogni caso è chiaro da subito nella trama che non le interessano affatto queste storielle per ochette. Si alza per andare a versarsi qualcosa da bere in cucina.
La ripresa stacca sull’esterno della casa, la classica villetta monofamiliare in legno con vialetto d’accesso e prati ben curati. In queste situazioni si lascia sempre intuire che ci sia qualcuno che si aggira attorno, pronto a trovare la crepa nel sistema d’allarme per dare luogo alla più classica delle home invasion.
Forse questo film con cui hanno scelto di iniziare la loro maratona non è proprio il massimo dell’originalità. Già dal titolo ‘Halloween Night’ Silvia aveva avuto qualche perplessità, ma sa anche come il fascino della storia semplice e super classica faccia sempre presa sulle amiche.
Claudia probabilmente ha già bevuto troppo, a giudicare dallo sguardo perso con cui si guarda attorno, come per sincerarsi che il loro divano, le loro luci, non sono quelle della pellicola americana. Poi qui sono al terzo piano, in una vecchia palazzina di Milano; il rumore del tram che sferraglia in strada glielo ricorda di tanto in tanto, rassicurandola.
‘Che caldo che fa!’
‘Tranquilla!’
Il riscaldamento centralizzato in queste case degli inizi del secolo scorso a breve potrebbe causare scompensi cardiaci: Vesna con una rapida sequenza di mosse ha sfilato prima la maglietta e poi i pantaloncini e ora in intimo sembra decisamente più a suo agio per recitare la parte che ha studiato per l’occasione.
‘Chi vuole un tiro?’
‘No, grazie!’
Un rumore improvviso ha attirato l’attenzione di Courtney. Lei è chiaramente l’antitesi di Gwen. Capelli ben curati e del loro colore naturale, vestitino easy, sneakers d’ordinanza. Il regista sceglie di seguire i suoi passi sino a una finestra che giace magicamente socchiusa sul gelo invernale di un Midwest fittizio in cui è ambientata la pellicola.
Gwen torna dalla cucina con una lattina in mano. In un attimo, a giudicare dal suo sguardo, ha immaginato che la notte di Halloween le porterà scompiglio in casa.
Magari sarà qualche ragazzo del College che la offende chiamandola in pubblico ‘lesbica’. ‘Brucia, strega!’: le voci nella sua testa non riescono a calmarsi.
Courtney è spaventata, ma non riesce a urlare. La voce quasi le si pietrifica, mentre confessa alle amiche che qualcuno potrebbe essere entrato da fuori.
Squilla un telefono cellulare, lasciato sulla tovaglia assieme ai bicchieri di vino semipieni, ai festoni verdi, viola e neri e alle briciole di qualche torta arancione di Halloween.
‘Più scontato no?’
‘E’ l’assassino che chiama!’
Claudia pensa che la trama di Halloween Night sia così derivativa da dover attingere ai grandi classici con citazioni al limite del plagio.
Vesna è andata a stappare una bottiglia di vino e le sta porgendo un bicchiere pieno di liquido rosso come il sangue che si aspettano di veder scorrere alla televisione. Quello che ancora non arriva.
Con la coda dell’occhio Claudia nota che si è tolta anche il reggiseno, senza nemmeno annunciarlo. Ora forse una canna se la farebbe volentieri.
Silvia comincia ad avere caldo a sua volta. La situazione sta per precipitare, ma nessuna di loro sembra pronta a fare una prima mossa. Attendono solo per reputazione; i segnali sono già stati dati.
Un bicchiere così chiaro può essere solo un vino del Piemonte. Che pensiero stupido, adesso!
Silvia ricorda d’un tratto tutte le dissertazioni del suo ex nelle loro serate a due, al tavolino apparecchiato sul balcone, davanti ai tramonti estivi di una Milano in costruzione.
Chiaramente chi sta chiamando, nel film, è d’accordo con la persona che ha fatto ingresso in casa.
Tom, il fidanzato di Courtney, pone una serie di domande che il pubblico non può cogliere, dato che la sua voce dal telefono non si sente. Ma le reazioni della ragazza sono scomposte, come se stesse ricevendo delle offese o delle minacce. Comincia a urlare monosillabi in risposta.
Gwen si è stravaccata nuovamente sul divano, mentre le pieghe enormi del suo pigiama in ciniglia le nascondono il grasso in eccesso. Con lo sguardo fisso sul cellulare, sembra quasi un’estranea alle vicende delle amiche, nel tentativo della sceneggiatura di instillare nello spettatore un twist forse impossibile.
Heather non ha ancora attivato il suo sesto senso. La terza protagonista di un film deve avere sempre caratteristiche intermedie alle altre due, perlomeno in partenza. Ma ora è tempo che la trama si concentri su di lei, per produrre un effetto sorpresa più ridotto. Si alza, senza avere nessun posto dove andare. Davanti alla porta della cucina si paralizza, lanciando un grido spaventoso.
Una figura mascherata staziona sulla soglia con un coltellaccio in mano.
Il film procede verso la sua conclusione annunciata di bagno di sangue, fedele ai cliché di genere come tutte le idee mutuate. Forse a casa di Silvia questo finale non interessa più a nessuno.
Vesna sparisce per andare in bagno, nel riverbero intermittente delle luci verdi. Non ha chiesto nemmeno di mettere la pellicola in pausa, pronta a proiettare liberamente i suoi sentimenti.
Silvia ne approfitta per girare lo sguardo verso Claudia. Si intendono in un secondo: quello che sarà, nessuno vuole più fermarlo. Il tempo di vivere è adesso.
Vesna riemerge dall’angolo buio del corridoio, brillando sotto le luci rosse del salotto. Ha gettato via le mutandine in bagno, ultima stazione del suo spogliarello in tappe che sta facendo battere forti i cuori delle amiche.
Magari alla fine è proprio Natale ad Halloween, quel Natale di sangue che Silvia porta sempre nel cuore per l’intuizione primordiale di mescolare le due più grandi feste conosciute in un’unica ossessione dai tanti colori vivaci. Rossa e verde, come le luci che ha installato.
La situazione sul set del film Halloween Night deve precipitare rapidamente, adesso, per poter dare sfogo alla carneficina.
Citando un vecchio trucchetto che usava già Hitchcock, Tom compare sulla scena, mentre ancora parla al telefono, entrando dalla porta che qualcuno misteriosamente gli ha aperto.
Ora lo spettatore si concentra su Courtney, spaventata come solo chi è estranea a una macchinazione viene guidata a recitare.
In un crescendo evidente, l’incappucciato con la maschera di ‘Scream’ si getta su di lei pugnalandola un paio di volte in maniera confusa, per darle la possibilità di prolungare la scena.
Ci deve essere qualcosa di strano alla base, se un uomo vuole uccidere la sua partner. O forse nemmeno tanto.
Gwen da dietro colpisce con una statuetta Tom, mettendo a tacere il discorsetto con cui stava giustificando al pubblico il suo gusto deviato per la violenza. Quella vera, di tutti i giorni, che raramente per fortuna trova spazio nelle arti.
Adesso resta solo un finale possibile. Per far soccombere le donne, che comunque alla fine non soccomberanno, è necessario un tradimento. Chi se non Heather, da sempre invidiosa della bellezza di Courtney e amante segreta di Tom? Il killer mascherato potrebbe facilmente essere suo fratello Duncan, per fare da trait d’union nascosto tra i due geni del male. Niente di più facile.
Silvia si alza dalla poltrona nera, passando davanti alle ragazze sul divano: Vesna ha appoggiato la testa sulla coscia di Claudia, accovacciata con il corpo nudo ad assorbire calore dai suoi vestiti.
Ora una parte di lei vorrebbe nascondersi in corridoio per restare a osservarle fino a quando si baceranno. Ma l’altra parte vuole ossigenare la loro prima volta, cedendo spontaneamente spazio vitale. In fin dei conti ha finito il tabacco e il bar sotto casa è aperto fino alle ventidue.
Esce sul pianerottolo per chiamare l’ascensore.
La porta di fronte al suo appartamento è aperta.
Da dentro, provengono le urla di Courtney che è appena stata pugnalata.
LORENZO ZUCCHI
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