Postiamo, per farvi capire che ci frulla per la testa, alcuni estratti dalla prefazione al volume RELATIVO di Davide Skerl, Il volume è il primo di una collana di piccoli volumi che avranno come tema conduttore IL MALE... che significa? Che cos'è la letteratura del Male? Cerchiamo di dare una risposta per stimolare la vostra curiosità. PICCOLO MALE, BEN CUSTODITO
Niente è mai per caso.
Nessuna scelta viene da sé o è figlia di una decisione di carattere momentaneo. Soprattutto il formato e la fattura di un lavoro editoriale.
Meno che mai se la collana di cui parliamo è dedicata al MALE. Semplicemente e palesemente a quel sentimento puro e incorrotto che alberga, volenti o nolenti, nel fondo delle vostre anime.
Dicono che la differenza tra l’uomo e gli altri animali stia nel fatto che solo l’uomo ha imparato a seppellire i propri cadaveri non con l’intento di celare l’odore della decomposizione o per disporsi una scorta di cibo per i momenti di magra ma per segnare un luogo dove andare a ritrovare le spoglie dei trapassati e “venerare” le persone che furono. Chi scrive crede, in realtà, che l’uomo seppellisca le carogne dei propri cari perché è molto altro quello che intende celare agli occhi. Quello che deve scomparire non è un corpo in decomposizione, non sono ossa e brani di carne, è il sentimento che per il defunto si porta.
Subito dopo aver seppellito il primo cadavere della sua storia, il becchino ancestrale si è trovato di fronte alla domanda: come segnare il luogo di sepoltura perché io possa tornarvi? Come non perderlo nelle valli e nei boschi di quell’epoca antica? Il segno della sepoltura divenne quindi un piccolo ma riconoscibile cippo, un sasso dissimile dagli altri, un ramo spezzato. Poco ci volle che quel ramo e quella pietra diventassero un altare. E qui il cadavere tornava in superficie. Non come orrendo cumulo di ossa e carne abbandonate agli animali del sottosuolo ma come immortale ricordo dei sentimenti più “buoni”: L’amata ricordata dall’amore immortale, l’amico, l’Eroe che la patria piange, il Principe, il Santo.
L’uomo diventa così un necrofilo. Amare i propri morti è un estrarre dalla terra e riportare alla luce null’altro che il bello e il buono di chi non c’è più lasciando, pochi metri sotto il suolo ma ben nascosto, tutto il suo male a decomporsi, schiacciato dal peso di quel bene, tanto più ingombrante quanto più il defunto fu importante per il suo tempo (se abitate a Milano e non avete ancora fatto un giro al Cimitero Monumentale siete caldamente invitati a farlo).
La verità è, dunque, sottoterra. Il male è lì, tutto quello che si vorrebbe dire, tutti i sentimenti più inconfessabili sono lì, a portata di mano. Basterebbe scagliare la pietra a lato della tomba afferrare una pala e scavare pochi metri per vedere affiorare l’orrenda verità in tutto il suo fetore… Basterebbe, ma è meglio non farlo. Meglio soprassedere e portar fiori al simulacro del bene così evidente e apogeo.
Una forma tutta particolare di necrofilia è la scrittura. Ciò che è scritto è per sempre. Scrivere significa condannarsi all’immortalità.
Come per le tombe anche la scrittura ha subito un’evoluzione storica che è passata dai primi segni sui cocci d’argilla, utili a capire quanto grano si fosse immagazzinato nei depositi delle pianure Mesopotamiche agli elaborati specchi di un cieco bibliotecario argentino. Tra scrittura e sepoltura le affinità sarebbero infinite (Foscolo se ne accorse meglio di molti suoi contemporanei). La letteratura del male ha subito la stessa sorte dei cadaveri sepolti
Le grandi Bibbie, le opere rilegate dei grandi esegeti, moralisti, filosofi,… sono opere monumentali, spesso preziose nella loro antica policromia, oggi, in un epoca di consumo di massa riprodotte fino alla nausea e poste sotto il naso di chiunque nelle librerie e nei supermercati. Il bene che trionfa vende! Meglio renderlo ben visibile e, se possibile, in saldo.
Altro destino per la letteratura del male. Quella letteratura che muove i suoi passi dalla parte sbagliata del confine. La letteratura che parla dell’inconfessabile, del desiderio proibito che tutti bramano ma nessuno manifesta, i racconti dove il bene soccombe, o ancora peggio dove non c’è né bene né male.
Libri maledetti. Libri che non si dovrebbero mai scrivere, figurarsi leggere.
Ecco cosa avete tra le mani.
Siamo noi quei becchini, abbiamo scavato nel cimitero dei vostri sentimenti e abbiamo tirato fuori tutto l’inconfessabile. Sappiamo che da sempre volete vedere dentro la fossa ma che non lo si può urlare ai quattro venti e per questo vi abbiamo regalato dei libri dal formato discreto, anzi, decisamente piccini… potete tenerli nascosti sotto un assito, o dietro un quadro oppure potete metterli in librerie a fungere da trappola. Chissà chi sarà il primo a dire: “Ma che libretto strano… cosa ci sarà dentro?”
Buona lettura. Buona fortuna.
Maurizio Mozzoni
https://www.edizioniunderground.it/preorder-relativo
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