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COSÌ COMINCIÒ
LA FINE
DEL MONDO


di
Gennaro Lento
(2025, Edizioni Underground?)
prezzo di copertina 15,00 €














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(vedi CONDIZIONI GENERALI DI VENDITA)

Mettiamo il caso che una sera i telegiornali annuncino urbi et orbi che il giorno X all’ora Y il mondo è destinato a finire. Come reagireste?

“Così cominciò la fine del mondo” è un’antologia di 21 racconti surreali e crudi che esplorano le crepe morali, sociali e psicologiche di un’umanità alla deriva, popolata da personaggi grotteschi, teneri, disperati e assurdi. Un libro da leggere se avete da tempo perso fiducia nell’umanità e volete riderci sopra, prima che il pianeta diventi una gigantesca palla di fuoco incandescente e riduca in cenere anche l’ultima pagina.

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CHI È GENNARO LENTO?

Sono nato a Cosenza il 10 agosto del 1970 e vivo a Bisignano, in provincia.
La mia carriera di scrittore è cominciata a sei anni, con la vittoria del concorso per la poesia più bella sul Natale. Il premio consisteva in un Babbo Natale di plastica pieno di caramelle Sperlari. Mi fecero anche un’intervista alla radio locale. Chissà che cosa ho risposto.
A nove anni scrissi e disegnai una storia a fumetti per l’esame di quinta elementare. Metà corpo docente applaudì l’estro, l’altra metà avrebbe forse preferito una poesia sulla mamma. Allora per la prima volta compresi che non si può piacere a tutti. Amen.
Dopo il diploma scientifico, mi iscrissi a Scienze Politiche alla Sapienza di Roma, che prontamente abbandonai quando mi resi conto che era necessario studiare la matematica. Cambiai aria — e città. A Milano mi iscrissi al Corso di Grafica Applicata all’Industria al Castello Sforzesco, che detta così suona importante, ma rimaneva pur sempre un corso serale. Lavorai come operatore CAD in uno studio tecnico e collezionai impieghi improbabili, tra cui operatore di fast food e addetto alla distribuzione di volantini.
Alla fine mi iscrissi al Dams a Bologna, dove mi laureai con una tesi serissima sulle strutture narrative degli spot Barilla. Una roba da commuovere anche il Mulino Bianco.
Oggi faccio il copy, un lavoro che mi piace anche se faccio finta di no. Sono marito e padre di due figli che ormai iniziano a guardarmi come se fossi un reperto storico. Colleziono vinili rigorosamente usati e adoro i film di Tarantino, anche quelli che non piacciono a nessuno. In realtà, mi entusiasmano un sacco di altre cose, ma non ho tempo per fare l’elenco. Da grande, mi piacerebbe scrivere una serie tv. Magari anche bella. Magari anche di successo. Ma non ci penso troppo, non vorrei spoilerarmi il finale.

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